top of page
Writer's pictureDr Elio Gaeta

Endocannabinoidioma


Con il termine cannabinoidi si intendono tutti i composti capaci di legarsi ai recettori cannabinoidi presenti nel nostro organismo che possono essere di origine vegetale, sintetica o endogena.


Gli endocannabinoidi costituiscono una classe di composti lipidici, accomunati dalla capacità di interagire con specifici recettori che regolano numerose funzioni fisiologiche e comportamentali.


I recettori cannabinoidi insieme agli endocannabinoidi endogeni costituiscono il sistema endocannabinoide, SEC.


Tutti gli endocannabinoidi derivano da acidi grassi polinsaturi, strutturalmente differenti dai cannabinoidi di origine vegetale, come il THC componente della cannabis responsabile degli effetti psicoattivi.


La canapa contiene però anche il CBD che, a differenza del THC, non ha effetti psicoattivi perché non si lega direttamente ai recettori.


Tra le numerose funzioni come lo sviluppo neuronale, il controllo della plasticità sinaptica, le performance cognitive superiori, l’immunomodulazione, la fertilità, la gestazione, ecc. il sistema endocannabinoide interviene nel bilancio energetico e sulla regolazione dell’appetito, agendo su aree specifiche nel cervello.


Negli ultimi anni la ricerca ha permesso l’identificazione di un numero crescente di endocannabinoidi tra i quali l’Anandamide e il 2-AG sono quelli maggiormente studiati.


Il microbiota intestinale dialoga ed interagisce con il sistema cannabinoide.


Il sistema endocannabinoide, al pari del microbiota intestinale, è coinvolto nel controllo del metabolismo.


La disbiosi è responsabile del rilascio dei lipopolisaccaridi batterici a cui consegue alterata permeabilità della barriera epiteliale, flogosi, eccessiva stimolazione del sistema endocannabinoide e adipogenesi.


In modelli murini l’attivazione del recettore CB1 incrementa i livelli circolanti di lipopolisaccaride, endotossina rilasciata da batteri Gram-negativi.


Il meccanismo ipotizzato comporta la ridotta espressione delle proteine delle tight junctions, occludina e zonula occludens-1 con conseguente aumento della permeabilità intestinale.


La segnalazione endocannabinoide nell’intestino tenue è scatenata dal digiuno, inducendo un alert di fame che agisce sui recettori locali CB1 per inibire il senso di sazietà.


Durante il digiuno gli endocannabinoidi vengono rilasciati in aree cerebrali coinvolte nel controllo dell’apporto alimentare al fine di indurre la motivazione ad assumere cibo, riducendosi una volta appagata la sensazione di fame.


Nel corso dell’evoluzione il SEC ha contribuito a stimolare la ricerca di cibo in condizioni di ristrettezza alimentare, favorendo al tempo stesso l’accumulo delle risorse energetiche nei depositi corporei periferici in primis quello adiposo.


A supporto del loro ruolo ancestrale va ricordato che gli endocannabinoidi sono presenti nel latte materno dove rivestono un ruolo cruciale nelle prime fasi della lattazione.


Tale sistema protettivo rappresenta uno svantaggio metabolico in condizioni di facile disponibilità di cibo, come avviene in contesti socioeconomici dei Paesi occidentali.


Alcuni microorganismi commensali producono molecole derivate dagli acidi grassi, chimicamente simili agli endocannabinoidi e ai mediatori ad essi correlati, legandosi agli stessi recettori, influenzando il signaling dell’endocannabinoidioma dell’intestino e di altri organi.


In un futuro prossimo, i big data provenienti dalle scienze omiche, dallo studio sui meccanismi molecolari alla base del dialogo tra microbiota e organismo ospite, dall’analisi sull’interazione microbiota/esposoma evolutasi in milioni di anni, permetteranno un approccio diagnostico e verosimilmente terapeutico su misura a numerose patologie ancora celate nel fantastico microcosmo intestinale.

155 views0 comments

Comments


bottom of page