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Writer's pictureDr Elio Gaeta

Gli Antidolorifici



Ormai mi sembra che chiunque abbia queste #patologie discusse sa che qualunque sia la specialità del medico che lo prenderà in cura la terapia sarà composta da #antinfiammatori, #antidolorifici, #antidepressivi, #ansiolitici e #immunosoppressori.


Questo perché non esistono farmaci specifici ma solo di #sintomo.

Ogni medico prescriverà quindi quelli che utilizza per i pazienti che hanno disturbi che afferiscono alla sua specialità.

Comunque, a prescindere da quale sia la #malattia, il #dolore deve essere #alleviato, senza tentennamenti, va combattuto senza tregua in tutti i modi possibili.

È una lotta che si può vincere: oggi i mezzi a disposizione per combattere il dolore sono molteplici.

Abbatterlo subito significa anche risparmiare energie utili per una migliore #guarigione.

Esistono dolori che cessano quando è possibile curare bene la causa che li provoca, altri tipi di dolori invece persistono.

I trattamenti farmacologici, le terapie chirurgiche e i centri di dolore non possono eliminare la causa del dolore, ma sicuramente riescono a ridurlo o eliminarlo.

Gli antidolorifici sono farmaci utilizzati per trattare dolori acuti e cronici.

Fra i disturbi che possono essere affrontati assumendo questi medicinali sono inclusi l'artrite, il mal d'orecchio, il mal di schiena, i crampi mestruali, l'influenza, il raffreddore, la sinusite, il mal di gola, il dolore post-operatorio e i postumi di sforzi muscolari eccessivi.

Gli antidolorifici più utilizzati sono:

Il paracetamolo, efficace contro dolori, sia acuti che cronici, di intensità lieve-moderata. È utile in caso di febbre, mal di testa e altri dolori comuni. Inoltre può essere assunto per lunghi periodi per controllare il dolore associato all'artrite e altre sindromi dolorose croniche. Il meccanismo alla base dei suoi effetti analgesici e antipiretici non è stato ancora del tutto chiarito, ma si pensa che ad entrare in gioco ci sia l'inibizione degli enzimi cicloossigenasi, che attivano vie che portano alla riduzione del dolore. Il paracetamolo non sembra invece in grado di ridurre l'infiammazione.

Gli antinfiammatori, efficaci contro dolori, sia acuti sia cronici, di intensità lieve-moderata sono comunemente noti come Fans (farmaci antinfiammatori non steroidei), sono utili in caso di febbre e di gonfiori (come quelli associati all'artrite). Includono l'acido acetilsalicilico, l'ibuprofene, il naprossene, il celecoxib, l'etoricoxib, la nimesulide e diversi altri principi attivi. La caratteristica che li accomuna è la capacità di inibire uno o più passaggi del metabolismo dell'acido arachidonico, molecola da cui derivano le prostaglandine, importanti mediatori dell'infiammazione coinvolti anche nel controllo della temperatura corporea. Il loro funzionamento si basa proprio sulla riduzione della sintesi di queste molecole.

Gli analgesici oppioidi (detti anche narcotici), utili in caso di dolore di intensità da grave a moderata che non può essere alleviato con altri antidolorifici. Appartengono a questa classe di farmaci la morfina, il metadone e la codeina, tutte molecole che agiscono legandosi a recettori presenti nel cervello e bloccando così la sensazione di dolore.


Alla famiglia degli antidolorifici appartiene poi anche la flupiritina, una molecola dall'azione analgesica centrale che però non rientra nella classe degli oppioidi. Infine, anche la cannabis, con il suo principio attivo THC (delta-9-tetraidrocannabinolo), viene utilizzata per il trattamento del dolore. Il suo impiego è però limitato a casi particolari cioè là dove le altre terapie hanno fallito.

A bassi dosaggi, antidolorifici come paracetamolo e Fans possono essere assunti senza prescrizione medica.

Dosi più elevate possono invece essere prescritte solo da un medico, così come l'uso degli oppioidi.

In ogni caso è sempre bene consultare un medico prima di assumere un antidolorifico, la cui assunzione non è esente da effetti collaterali nemmeno a basse dosi.

Le forme farmaceutiche di paracetamolo e Fans disponibili in commercio sono molte. Ne esistono in polvere per preparare sospensioni ad uso orale, granulati da sciogliere direttamente sotto alla lingua, gocce, fiale, compresse, spray, collutori e anche supposte.

Gli oppioidi possono invece essere assunti per via orale, rettale, intramuscolare, endovenosa, sottocutanea, spinale o transdermica.

Anche quando vengono assunti per controllare un banale mal di testa gli antidolorifici dovrebbero essere utilizzati con parsimonia, pena effetti avversi indesiderati fra cui è inclusa anche la cronicizzazione del dolore.

Gli effetti collaterali del paracetamolo sono rari.

L'assunzione di dosi eccessive e il consumo contemporaneo di alcolici possono però danneggiare il fegato.

I Fans possono invece irritare lo stomaco, arrivando nei casi più gravi a scatenare emorragie gastriche o danni renali. La loro assunzione può inoltre peggiorare i problemi di pressione alta e interferire con i farmaci antipertensivi.

Gli oppioidi possono invece scatenare nausea, vomito, stitichezza e sonnolenza. Inoltre l'assunzione di narcotici è associata al rischio di sviluppare una dipendenza e non dovrebbe essere portata avanti per più di 3-4 mesi.

Infine, in alcune persone la flupirtina può causare vertigini, stanchezza, nausea, stipsi, diarrea, aumento delle transaminasi epatiche, reazioni cutanee, aumento della sudorazione e disturbi della vista.

I miei consigli sono quelli di non superare le dosi indicate dal vostro medico, dopo avergli chiesto se può avere interazioni con quanto già state assumendo e possibilmente non prenderne diversi insieme.

Il paracetamolo non deve essere assunto in caso di gravi disturbi renali o epatici, mentre i Fans non devono essere assunti in caso di allergia all'aspirina, emorragie gastrointestinali, ulcera peptica, disturbi renali o epatici, malattie cardiache, assunzione di anticoagulanti, disturbi della coagulazione e se si consumano più di 3 alcolici al giorno.

Insomma prestate attenzione al vostro dolore e curatelo nella maniera che più ritenete opportuna ma fatelo con coscienza, prestando attenzione agli effetti collaterali ed assumendo quelli che ritenete essere i più adatti a voi.

Certo la cosa migliore sarebbe quella di assumere degli antidolorifici naturali, mi ricordo che nel 2010 mentre stavo studiando il #sistemaendocannabinoide perché mi sarebbe piaciuto insegnarlo all’università ero stato colpito da degli studi che stavano facendo all'Istituto Italiano di Tecnologia di Genova.

Uno studioso italiano stava cercando di realizzare il primo antidolorifico che non penetra nel cervello, ma la caratteristica principale era che, pur non entrandovi, era capace di alleviare una varietà di forme di dolore che in genere richiedono #analgesici molto forti, quali gli oppiacei, che producono seri effetti collaterali.

Gli analgesici oggi in uso hanno tutti #effetticollaterali perché agiscono nel cervello sui recettori #CB1, dando sedazione e altri problemi.

L'idea del team era aggirare questo problema costruendo una molecola incapace, appunto, di agire sui recettori neuronali del cervello.

L'antidolorifico da lui sviluppato agiva impedendo la demolizione fisiologica di un analgesico endogeno, l'Anandamide, il quale spegne il dolore legandosi al recettore endocannabinoide di tipo uno (CB1).

Mi ricordo questo aneddoto perché era lo stesso ragionamento che avevo fatto anch’io e che oggi viene utilizzato all’interno di 4-Step Therapy.

La caratteristica che lo rende particolarmente interessante è la capacità di modulare sia il dolore di natura infiammatoria sia quello di origine neuropatica e quindi di agire sia sul dolore fisico sia sul dolore emozionale.



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