L’intestino tenue si estende dallo sfintere pilorico, per mezzo del quale è collegato allo stomaco, alla valvola ileo-cecale con cui riversa il suo contenuto nell’intestino cieco che è la prima parte dell’intestino crasso.
La sua lunghezza varia da individuo a individuo: possiamo assumere come lunghezza media circa 7 metri.
Ad eccezione della sua prima parte chiamata duodeno, il resto dell’intestino tenue è tutto ripiegato con numerose anse che formano così la cosiddetta matassa intestinale che occupa gran parte della cavità addominale.
Il calibro non è costante ma decresce dai circa 5 cm di diametro all’origine ai circa 3 cm in prossimità della valvola ileo ciecale.
La sua superfice interna tappezzata dalla mucosa intestinale si aggira intorno a 0,5 mq ma già ad una semplice osservazione ad occhio nudo ci accorgiamo che tale superfice mucosa è tutt’altro che liscia.
Si notano immediatamente pieghe circolari alte un paio di cm che scendono avvolgendosi a spirale.
Se poi guardiamo attentamente ci accorgiamo che questa superfice è costituita da innumerevoli piccole sporgenze molto fittamente stipate tra di loro che le conferiscono un aspetto caratteristicamente vellutato.
Con l’aiuto del microscopio ottico possiamo analizzare nei particolari queste piccole sporgenze dette villi intestinali.
Le singole cellule epiteliali chiamate enterociti che rivestono i villi mostrano uno strano orletto che prima dell’avvento del microscopio elettronico era chiamato orletto a spazzola.
L’osservazione al microscopio elettronico a poi chiarito che l’orletto a spazzola altro non è che un’ulteriore moltiplicazione delle sporgenze della membrana di ogni singolo enterocita che si estroflette in migliaia di microvilli.
Perché la superfice interna di questo lungo tubo non è liscia?
La risposta a questa domanda è semplice e intuitiva: con questo triplice ordine di sollevamenti e sporgenze, la superfice della mucosa che svolge il compito essenziale di digerire e assorbire le sostanze alimentari che transitano all’interno del canale aumenta da 0,5 mq a ben 200 mq favorendo e potenziando enormemente così l’intimo contatto degli enterociti con gli alimenti.
Altre sorprese ci attendono esaminando al microscopio gli altri strati della parete intestinale cioè gli strati connettivali e quelli di muscolatura liscia.
Immerse nel tessuto connettivo e nel tessuto muscolare della parete scopriamo un numero elevatissimo di cellule nervose collegate tra di loro e collegate a loro volta con l’encefalo.
Questo significa che esiste una regolazione e un coordinamento neurologico autonomo all’interno dell’organo stesso ma costantemente collegato in modo bidirezionale con i nostri centri nervosi encefalici: si tratta del cosiddetto asse intestino-cervello.
In atre parole il primo cervello, quello encefalico, e il secondo cervello, quello intestinale, sono in costante dialogo tra di loro.
Con la semplice osservazione ad occhio nudo si possono poi osservare in particolari zone della mucosa delle strane placche dette placche del peyer costituite da tessuto linfoide.
Con l’ausilio del microscopio ci accorgiamo che all’interno della parete dell’intestino il tessuto linfoide è stranamente abbondante al punto da farci ritenere che proprio questa sia la sede principale di tutte le nostre difese immunitarie.
E per concludere questa breve descrizione dell’intestino trattandosi di una cavità interna comunicante con l’esterno ci chiediamo se potrebbe mancare il microbiota intestinale.
All’interno di questo nostro importantissimo e molto complesso mondo interno fornito di un secondo cervello e responsabile della maggior parte delle nostre difese immunitarie miliardi di microrganismi in perfetto equilibrio biologico si mescolano agli alimenti in transito.
La maggior parte sono batteri che entrano così in intimo contatto con le cellule della mucosa contribuendo essi stessi a produrre vitamine e altre preziosissime sostanze per la nostra salute.
Il microbioma intestinale è l’ultima meravigliosa sorpresa che ci riserva quest’organo che ha buon diritto merita un’attenzione, una cura e un trattamento di particolare riguardo infatti in questi ultimi anni innumerevoli studi si stanno rincorrendo sulle più prestigiose riviste scientifiche.
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